Il male sottile di Verona di questo inizio secolo consiste nel non perseguire con costanza le grandi ambizioni corrispondenti alle altrettanto grandi potenzialità che la città potrebbe sviluppare.
Non molti anni fa era certamente all’altezza delle grandi ambizioni il progetto di costruire a Verona il secondo polo finanziario di Italia, creando sinergie tra tutte le diverse realtà cittadine.
Eravamo all’inizio di questo secolo.
Sembra che tutti si siano dimenticati in fretta di cosa avrebbe significato in concreto la costruzione di un polo attrattivo di lavoro (migliaia di nuovi occupati, di benefici economici e di aumentato prestigio), che la realizzazione di questa idea avrebbe potuto determinare.
Poi sappiamo come è andata e non è il caso qui di cercare responsabilità.
Il fatto è che oggi sta per andarsene anche l’ultima delle realtà finanziarie cittadine: quella Cattolica che ha cercato in Generali una risposta ai problemi contingenti. Il nuovo socio persegue però obiettivi europei e Verona è oggettivamente alla periferia di questi obiettivi.
Dunque game over? Partita finita?
Forse no.
Forse i veronesi hanno ancora voglia di nutrire grandi ambizioni. Da qui l’idea di riunire le forze, di fare massa critica, di trovare un obiettivo comune e uno strumento per perseguirlo.
A questo serve il progetto di un patto di consultazione tra i soci di Cattolica, quelli che hanno visto la loro partecipazione perdere progressivamente di valore e la Compagnia perdere la sua anima. L’accordo propone una collaborazione tra soci per favorire l’interesse comune e l’unità di indirizzo gestionale. Il patto consente di condividere riflessioni e considerazioni sull’andamento della Compagnia e di assumere deliberazioni conseguenti tra i soci che detengono un’importante partecipazione sociale.
Anche i piccoli soci, quelli che hanno un pacchetto limitato di azioni, possono ricavare vantaggio da questa iniziativa, perché avranno un riferimento per le scelte più rilevanti da operare.
E se condivideranno la scelta dei partecipanti al patto, potranno contribuire alle deliberazioni assembleari e alla nomina di componenti qualificati del Consiglio di Amministrazione.
La costituzione dell’accordo di consultazione è in corso.
Dunque qualcosa si muove e, per una volta almeno, nel senso di mantenere a Verona un centro decisionale di rilievo. E questa è una buona notizia.